Il 6 febbraio 2014 uscirà nei nostri cinema “A proposito di Davis”, il nuovo capolavoro uscito dalla mente dei fratelli Coen, candidato a 2 premi Oscar. Siamo nel 1961 a New York, precisamente a Greenwich Village, capitale indiscussa del folk, dalla quale Bob Dylan avrebbe cambiato la storia della musica. Tuttavia questa storia inizia prima, quando la musica folk è ancora inconsapevolmente alla vigilia del boom e i ragazzi che la suonano provengono dai sobborghi operai di New York, in cerca di qualcosa di diverso rispetto alla mera esistenza che ha condotto i loro padri. E Llewyn Davis (Oscar Isaac) è proprio uno di questi, un musicista di talento con l’inseparabile chitarra alla mano, che lotta per guadagnarsi da vivere, affrontando diversi ostacoli, a cominciare da quelli che lui stesso ha creato. Ha messo incinta l’amica Carey Mulligan, la quale tuttavia si mette subito con un altro, ovvero Justin Timberlake. ma che non riesce a guadagnare un soldo e che sembra perseguitato dalla sfortuna. Davis è rimasto solo, dopo che l’altra metà del suo duo ha gettato la spugna nel più drastico dei modi, e ha una relazione piuttosto conflittuale con il successo, fatta di ebraici sensi di colpa, purismo artistico e tendenze autodistruttive. E continua a vivere una vita di eterni ritorni e circolari peregrinazioni. Le circostanze non gli sono favorevoli ma è anche lui a non volere che lo siano. È un perdente come tanti nel cinema di allora: lo è per scelta, ama l’inettitudine e l’oscurità, aspira al purismo nell’arte musicale, scivola volentieri verso l’autodistruzione.
“A proposito di Davis”, nei confini di uno spazio limitato a pochi ambienti (l’unica possibilità di fuga si rivela un altro fallimento) e di una sola settimana di tempo (arrotolata in una circolarità tipicamente coeniana), è una celebrazione dell’arte – della musica, ma anche e più che mai del cinema – amara e sentita, tutt’altro che contenuta. Nel film c’è l’amorevole malinconia che i Coen riservano ai loro eroi. E c’è quell’umorismo con cui li guardano, dal Lebowski in vestaglia al supermercato che assaggia il latte direttamente dal cartone, al serious man professore di fisica che riempie la lavagna di formule ma non sa cavarsela con la moglie e l’amante di lei ebreo ortodosso, il fratello e la ciste sebacea, la vicina nuda al sole nel giardinetto. I Coen regalano a Davis quello che la vita non gli dà, e cioè un po’ di tenerezza. Non è lui a cambiare la musica folk. Mentre viene pestato fuori dal locale, dentro a cantare, c’è un certo Robert Allen Zimmerman, alias Bob Dylan. E a Chicago, su un palco in penombra, Davis ha cantato la sua struggente ballata per un produttore che ha tratto le solite conclusioni: non si fanno soldi con questa roba. Llewyn lo sa, non si aspettava un’altra risposta, prende la chitarra e ricomincia a girare da un divano all’altro. I Coen dolceamari rendono onore a tutti i Llewyn Davis che in ogni tempo e in ogni luogo hanno sbagliato, per un pelo, luoghi e tempi.
Di segutio il trailer di “A proposito di Davis”:
Fonti: cinema.mtv – mymovies